“Quando vi verrò nuovamente a trovare, non rammenterò sicuramente i vostri visi, ma riconoscerò indubbiamente i vostri occhi”
…questa è la frase che spesso capita di sentire in questo momento…Nella sala d’attesa di un medico, durante un meeting, in coda alle casse di un supermercato in procinto di parlare con una commessa assai gentile…o sulle scale, verso la garitta di una portinaia assolutamente disponibile…
Difficile oggi diviene far riconoscere ad altrui l’intensità della propria anima, del proprio vigore, dell’appartenenza infinta a noi stessi e al mondo, quella dettata dallo spirito più profondo e sincero che ci appartiene.
Quanto sono belli gli occhi delle persone….
Mai fino ad oggi ce ne eravamo forse così accorti.
Noi, oggi, schiacciati e imprigionati dal “coronavirus”, il cancro del mondo che perseguita ognuno di noi, direttamente o indirettamente, ma che comunque ci affligge.
Non possiamo bendarci ma ci veliamo il volto pesantemente. Chi l’avrebbe mai detto che le mascherine antivirus avrebbero potuto diventare una parte così essenziale per noi, più indispensabile di un capo di biancheria, di una ruota alla bicicletta, più importanti di tutto e di tutti…
Incredibile, un fenomeno questo ormai che ci rende attoniti dinnanzi alla verità della vita, a quel moto perpetuo ormai infallibile, nel quale l’attenzione fa la differenza e la protezione può salvarci la vita.
Il viso coperto quindi, quasi come una sorta di vitalità tagliata a metà, nonostante infinito sia il nostro diniego nel celarlo.
La protezione della mascherina rende così indistinto il nostro profilo ma rende più intenso il linguaggio degli occhi, perché loro sono ormai gli unici testimoni della nostra verità, dei nostri sentimenti, di quel nostro linguaggio alle volte assolutamente silenzioso ma estremamente chiassoso per risanare le sensazioni e renderle vive ad altrui.
Senza il resto del viso a distrarre i nostri interlocutori, le emozioni passano tutte da li, dagli occhi, da quella colorata “finestra dell’anima” come dicevano i poeti, che oggi fa trasparire più che mai le nostre sensazioni, ciò che proviamo nell’accoglierle e nell’esprimerle.
Lo sguardo è ormai protagonista assoluto in questa nostra vita odierna così scavalcata dalla realtà più amabile e più consona al nostro solito e oggi tanto desiderato quieto vivere.
Uno sguardo umano cambia la vita – e persino la morte. Quest’era moderna alleva molto spesso sguardi indifferenti e superficiali, sguardi che irridono scioccamente. Il virus che oggi ci insidia, che si approfitta di noi, paradossalmente è anche capace, per rigor di forza, di combattere il momento con estrema ilarità, grazie all’anima e allo spirito che ci sostiene e che ci fa trasparire negli occhi il desiderio di combattere la solitudine e la paura.
Se un amico, un famigliare, un collega, un estraneo sorridono noi ce ne accorgiamo dagli occhi che si rimpiccioliscono o si sgranano, che si attorniano di piccole rughe ai margini delle palpebre. La bocca, i tratti del viso, sono ormai assenti e emanano segnali attraverso la parte superiore del nostro volto.
La gioia, la tristezza, la stanchezza il dolore, lo stupore, l’approvazione, la complicità, si affermano e comunicano fra di loro tramite i nostri occhi : preziosi organi ormai fondamentali per l’essere umano, oggi.
Nella costrizione presente, che ci impone molto spesso isolamento e distanza, dovremmo imparare veramente ad avvolgere i nostri occhi di sicurezza e trasmetterla con infinita intensità, imparando a nutrirla, ogni giorno, con sguardi buoni e migliori. Così facendo diventeremo fieri di essere ancora esseri umani, noi stessi, se pur un po’ violentati dalla prigionia del momento, allenandoci a guardarci tutti, nuovamente, con occhi che comunicano umanità vulnerabile e prossimità disponibile, al di sopra delle mascherine, anche se non ci siamo mai conosciuti del tutto, anche se ci sfioriamo e a debita distanza.
Valorizzare il nostro sguardo è essenziale
La prima mossa per ottimizzare tutto questo, a presidio di una comune umanità felicemente ritrovata, dovrebbe essere quella di rendere al meglio la nostra forma fisica, cercando quindi, in questo caso soprattutto, di rendere i nostri occhi ancora più freschi e perfetti allo sguardo altrui, oltre che al nostro a noi stessi.
Oggi più che mai, dovremmo essere capaci di curare particolarmente il nostro essere tramite i nostri occhi, azionando la responsabilità dello sguardo nella sua dimensione soprattutto sociale.
Chiamiamola “etica dello sguardo”, il primo passo necessario, se curato a dovere, capace di produrre politiche di condivisione, per contrastare l’incuranza, stabilendo una convivenza sociale, costruendo la perfezione di ciò che i nostri occhi potranno trasmettere. Lo sguardo è oggi tramite di vitalità per noi e cartina di tornasole per prosegui alle volte anche assai vincenti.
Lo scorrere degli anni certo non aiuta ad ottimizzare la perfezione dei nostri occhi, come certo non aiutano le emozioni, le più forti, quelle che ci abbattono e ci segnano spesso proprio gli occhi.
Alle volte non possiamo vedere bene noi stessi finché non lo facciamo attraverso gli occhi degli altri. In questo tempo di emergenza Covid-19, lo stanno vivendo sulla propria pelle anche i medici dei reparti NO-Covid. Anche loro hanno notato sui propri pazienti un gran desiderio di migliorare ciò che in realtà diventa oggi l’ospite più prezioso del mondo al nostro corpo: gli occhi.
Oggi più che mai la percezione è quella che si legge nella necessità dalla gente di voler migliorare tutto ciò che può arricchire ancora di più questo stato di limitatezza fisica e mentale. Per cui ciò che prima poteva passare semplicemente come la miglioria per il semplice “vanto” di essere o sentirsi più belli, oggi diviene una necessità assolutamente importante per vivere e viversi al meglio in questa condizione così delicata e limitante.
La medicina estetica e la chirurgia plastica ricostruttiva vanno a pari passo con questo fenomeno ormai imminente.
Blefaroplastica per la parte di chirurgia estetica ricostruttiva, ma anche trattamenti di medicina estetica per borse e occhiaie, peeling e botulino.
Come abbiamo già detto, lo sguardo di un essere umano è assai importante, migliorarne quindi la valenza non può che avvantaggiare tutti i rapporti sociali che vengono basati su quello.
Con la blefaroplastica superiore o inferiore si migliora l’occhio nel caso di soluzioni piacevolmente “irreversibili” in cui il trattamento medico non arriva. Si tratta generalmente di difetti famigliari o di invecchiamento, quando è la palpebra superiore a soffrire si ha un eccesso di cute che può creare anche un problema funzionale. L’intervento è semplice ma va fatto da professionisti specializzati e referenziati esperti. È fatto in day hospital e la ripresa è abbastanza rapida.
Dopo una settimana – dieci giorni il paziente è già riabilitato alla vita di relazione.
“Con la medicina estetica invece si possono trattare le occhiaie con peeling per schiarire chi ha la carnagione più scura e ha un accumulo di pigmento, nei casi invece in cui ci sia una sottigliezza della pelle che mette in trasparenza il muscolo interviene con una microcannula e riempitivi per correggere questa disarmonia.
Il “botulino” invece è un trattamento reversibile, dopo 5 o 6 mesi si torna come prima, per cui è consigliabile rifare il trattamento. La tossina botulinica viene iniettata tramite micropunturine fatte sui muscoli di espressione dell’occhio e della fronte. E’ molto importante dare naturalezza allo sguardo, e per ottenerla bisogna trattare lo stesso in maniera molto diffusa, per evitare rughe compensatorie che si sviluppano nell’area non trattata.
Il trattamento è indolore e non necessita di particolari precauzioni ne presenta solitamente forme di allergia.
Lo sguardo degli altri… Lo sguardo produce attivamente effetti nella mente degli altri; un atto che diventa reciproco quando due sguardi tendono a fissarsi l’uno con l’altro. Questa una delle cose più belle in natura, dove tutto può divenire meraviglioso. Lo sguardo, quindi, è l’incontro degli occhi; questa comunicazione rapida e perfetta che trascende parola e azione. Non possiamo ignorare ciò.
Possiamo avere tutti i mezzi di comunicazione del mondo a nostra disposizione, ma niente, assolutamente niente, sostituirà lo sguardo dell’essere umano e lo sguardo dinnanzi al panorama della vita in tutte le sue più magnifiche sfaccettature.
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