Franz Kafka diceva:
“La giovinezza è felice, perché ha la capacità di vedere la bellezza. Chiunque conservi la capacità di cogliere la bellezza non diventerà mai vecchio”
Parole sagge quelle di Kafka…ma che richiamano la potenza del pensiero più intelligente e costruttivo.
Ci vuole forza per leggersi, per imparare a trovare l’equilibrio votato alla stanca del tempo che passa inesorabilmente dentro e sopra di noi. Ci vuole coraggio per riconoscersi e non abbattersi.
Da bambini correvamo incessantemente per i prati, per le scale, sui percorsi più impervi.
Senza pensare, osavamo anche camminare sulle strade incontaminate dalle insidie della mancata obbedienza, quella volta alla distrazione della disattenzione dei contorni pericolosi. Non c’era stanca né paura, eravamo solo incentivati da quel desiderio spensierato di ricominciare a correre ancora e poi ancora nell’immediato più prossimo. Nessuna intemperia ci limitava ne ci danneggiava.
Non ci curavamo quindi troppo della stanchezza fisica o delle rughe sul viso che segnano le cause di un tempo ormai vissuto sulla nostra pelle, nel nostro sguardo.
Ci alimentavamo di tutto un po’, senza temere troppo la digestione, lontana da una dieta minuziosa a noi più consona.
Eravamo giovani corpi, con mente fresca e positivamente reattiva, con leggerezza di pensiero, ricca di ingenuità.
Oggi, non più giovani, cominciamo piano piano a divenire schiavi del nostro proseguo. Tutto cambia e tutto è a rischio.
Ci guardiamo allo specchio e quel viso non è più tonificato dalla meraviglia di ieri ma danneggiato dallo stato di fatto di oggi: l’invecchiamento.
Ed è così allora che la nostra paura determina un blocco, quello che mette un muro dinnanzi all’insicurezza di capire come fare per migliorare il nostro stato attuale.
Giunge poi la fretta e l’agitazione, due grandi nemiche che vanno a limitare la risoluzione del problema.
Non arrendiamoci quindi alle difficoltà ma diveniamo spiriti invincibili per le stesse.
Nella vita, è come in una lunga corsa, si possono incrociare battute di arresto e venti contrari che certo non ci spronano ad andare avanti. È però altrettanto vero che con un po’ di calma e attenzione potremmo riuscire a manifestare a noi stessi maggior forza e consapevolezza.
La forza senza arresa, unita alla speranza, saranno per noi grandi risorse e potranno divenire anche il nostro potere, perché ci porteranno, con l’aiuto dell’informazione e nella scelta dell’alta qualità delle soluzioni, a risolvere ciò che tanto annienta non solo il nostro stato visivo delle cose, ma anche la preziosa autostima che dovrebbe appartenerci.
Cominciamo con il pensare che la “bellezza” è una conveniente proporzione degli insiemi, dei colori e della lucentezza, ma anche il supporto votato alla nostra positiva capacità costruttiva di pensare.
Essa è anche proporzione estetica, abbinata ad un’armonia di forme che suscita ammirazione e diletto dinnanzi a coloro che ci osservano.
Certo, le top model e I dipinti classici dimostrano che la bellezza esiste solo tramite la perfezione, ma la stessa è sicuramente anche soggettiva. Buffo pensare che gli astrologi la vedono nelle stelle, gli aracnologi addirittura la trovano negli schifosissimi ragni pelosi…ma così è!
Come possiamo quindi constatare, la bellezza sta negli occhi di chi la osserva e la giudica, con i suoi parametri e non solo.
Detto ciò, non dobbiamo comunque scordare quanto importante sia il concetto di bellezza innanzitutto ai nostri occhi e che in qualche modo si riflette nel giudizio degli altri.
Potremmo anche far finta di essere ulteriormente superiori alla sentenza degli altri, ma sappiamo tutti molto bene che per la maggior parte di noi non è proprio così.
L’invecchiamento del viso colpisce il mondo tutto, se pur con tempistiche e modalità che cambiano da individuo a individuo.
Contrastare il processo di invecchiamento del viso rappresenta un desiderio e un tentativo che trova origini molto lontane nella storia degli esseri umani. Il decadimento causato dall’invecchiamento, soprattutto del viso, è un processo irreversibile ed è articolato in una successione di alterazioni fisiologiche che si determinano in situazioni ben precise, come la diminuzione progressiva di idratazione cutanea, la comparsa delle prime micro-rughe, una riduzione dell’elasticità, l’ipercheratosi e infine la comparsa di macchie iper-pigmentate (o macchie senili). Esiste poi però anche un invecchiamento dovuto alle condizioni ambientali e allo stile di vita.
Per questo stesso motivo l’informazione ci aiuta, come anche l’innovazione molto all’avanguardia che ormai il campo medico ed estetico ci offre.
Quali sono i trattamenti fondamentali per ringiovanire il viso?
L’uso dell’acido ialuronico di sintesi nella medicina estetica ha davvero fatto miracoli in questo campo.
Con la produzione di acido ialuronico di svariate concentrazioni, è stato possibile ideare nuovi protocolli di trattamento per combattere gli inestetismi, quelli che un tempo non era possibile modificare con altri generi di preparati.
La pelle umana ha oltretutto una nota caratteristica peculiare: è semi-impermeabile. Questo fa si che riesca a proteggersi da quasi tutte le aggressioni esterne, ma nel contempo rende difficoltoso far penetrare in profondità farmaci o preparati idratanti (creme e quant’altro).
L’acido ialuronico da sintesi può invece essere utilizzato come idratante naturale, sicuro, valido, efficace e perfettamente tollerato dal corpo umano, in quanto totalmente riassorbibile dallo stesso.
L’acido ialuronico è usato dalla medicina estetica essenzialmente per due scopi principali:
- idratare fortemente la pelle e iper-stimolare la sua funzionalità cellulare
- Riempire temporaneamente solchi e rughe (filler)
“Temporaneamente” è un concetto chiave, perché qualsiasi tipo di preparato a base di acido ialuronico, infatti, verrà progressivamente riassorbito dal corpo.
Questo renderà ovviamente necessaria la ripetizione degli interventi in un intervallo di tempo regolare, dai 5 ai 12 mesi a seconda della tipologia del trattamento.
I trattamenti fondamentali sono quindi: FILLER acido ialuronico e biorivitalizzazione
I fillers sono particolarmente indicati per l’inestetismo dell’invecchiamento e per ridare volume e elasticità alla pelle, evitando quindi quell’effetto opaco, stanco e raggrinzito.
I materiali di riempimento vengono iniettati sottopelle attraverso apposite siringhe dotate di aghi molto sottili.
La tecnica consiste nell’iniettare una certa quantità di materiale di diversa densità e con svariate profondità, a seconda delle esigenze del paziente, andando ad ottenere quindi un riempimento o un aumento di volume.
I fillers riassorbibili vengono totalmente degradati dalla cute utilizzando un meccanismo di digestione enzimatica. Questi tipi di sostanze hanno durata limitata a seconda del protocollo utilizzato e dal soggetto su cui si andrà ad operare.
L’acido ialuronico è un filler biocomponibile con il nostro organismo, per cui non da allergia o rigetto.
L’effetto riempitivo delle rughe e l’estrema naturalezza dell’impianto, deriva dalle caratteristiche fisiche e molecolari del prodotto stesso, in quanto l’acido ialuronico consente di mantenere corretta l’idratazione della pelle perché la sua molecola lega un numero notevole di molecole d’acqua.
La biorivitalizzazione invece è un trattamento medico non invasivo che offre la possibilità di trattare gli effetti dell’invecchiamento tramite l’infiltrazione di sostanze biocomponibili che andranno a biorivitalizzare i tessuti, rimettendo in funzione i normali meccanismi di crescita e turnover della pelle.
Essa dona un effetto altamente ristrutturante, antiossidante e idratante.
Questo tipo di trattamento consente di ripristinare volumi e di reidratare profondamente la pelle per contrastarne il processo di invecchiamento, donandole compattezza e luminosità.
Verranno praticate delle microiniezioni a distanza di un centimetro circa l’una dall’altra, in modo da formare una sorta di reticolo.
In questo tipo di trattamento verrà impiegato l’acido ialuronico come biorivitalizzante e non come riempitivo. Esistono numerosi studi che attestano che il contenuto cellulare di questa sostanza si riduce gradualmente con l’età.
In abbinamento si utilizzano miscele di aminoacidi che hanno un potere altamente stimolante, veicolando ai fibroblasti il substrato nutritivo per formare le nuove molecole di collagene e acido ialuronico.
L’introduzione di complessi polivitaminici ed estratti placentari è risultata davvero efficace nel migliorare complessivamente il tono cutaneo.
In molti casi l’abbinamento filler/biorivitalizzazione è davvero efficace è dona risultati assai sorprendenti.
Troppe volte ci demoralizziamo, ci agitiamo, negativizziamo le valide soluzioni atte a migliorare il nostro essere e a rasserenare i nostri timori. Fondamentalmente però, ognuno di noi appartiene a questa storia e ognuno di noi, dai primi passi in poi, dovrà fare i conti con i difetti del tempo o con le paranoie dettate da quella femminilità a volte forse un po’ troppo incerta, che invece di rafforzarsi tende spesso a scivolare verso un oblio psicologico per nulla risolutivo e alle volte persino devastante.
D’altronde, ci capita spesso di deliziarci nella meravigliosa delicatezza della farfalla, ma raramente rammentiamo i cambiamenti a cui ha dovuto sottostare per raggiungere “quella” perfezione.
Voliamo alto come creature che non hanno paura di osare, perché osare fa parte di noi e della nostra bellezza.
La cosa essenziale e saperlo fare con cura, attenzione e dedizione. Rinnoviamo il nostro essere, se pur a volte un po’ datato, con la forza del sapere e l’ardire nell’agire.
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William Shakespeare diceva: “I tuoi occhi sono fonti, nelle cui silenziose acque serene si specchia il cielo. L’amore si è abbattuto sulla mia anima, come i raggi del sole fanno aprire i petali dei fiori. La ricchezza del mio cuore è infinita come il mare, così profondo il mio amore; più te ne do, più ne ho, perché entrambi sono infiniti”.
Esistono due modi per guardare il volto di una persona. Uno è osservare gli occhi come parte del volto e basta, l’altro, è guardarli e basta, come se fossero il volto.
Definizioni profonde che sottolineano la grande importanza che gli occhi hanno per noi stessi e per coloro che ci osservano, attentamente.
Il volto è ormai assodato essere lo specchio della mente, mentre gli occhi, senza parlare, confessano i segreti del cuore, della nostra vita, della nostra sopravvivenza alla stessa, dei nostri dolori e delle nostre gioie, del nostro tempo… Sono “nostri” e solo nostri gli sguardi che ci rappresentano e non possono passare in secondo piano, mai!
Un volto senza occhi sarebbe inesistente. Essi caratterizzano a pieno la vitalità che più ci appartiene. Disegnano e osservano il nostro tempo, caratterizzano il nostro umore, le nostre intenzioni e le nostre intuizioni. Ci accompagnano sul percorso della vita come fanali essenziali per donarci la luce e la direzione da prendere per il proseguo che verrà.
Per questo dobbiamo prendercene cura, senza assolutamente rendere indifferente il loro stato, la loro trascuratezza.
Essi, oltre ad essere gli organi essenziali dell’apparato visivo, sono stati nel corso dei secoli fonte di ispirazione per pittori, filosofi, poeti e scrittori.
Gli artisti gli hanno utilizzati per illustrare la correlazione che si sposa tra gli occhi e il cuore, mettendo in evidenza la capacità di trasmettere gioia, segnali di complicità, desideri, sensazioni ed emozioni, anche quando il rapporto tra i due sessi contrastanti non fosse dei più facili, complicato e tormentato.
Gli occhi sono messaggeri di odio, di disprezzo, di indifferenza, di gioia, di commozione, di propositività. Una melodia altalenante di spettacolo visivo che necessiterà assolutamente di un contorno ricco di luce e di bellezza.
Siamo quindi molto portati a preoccuparci di ciò che gli “altri” pensano di noi nel leggere la nostra anima tramite i nostri occhi, ma è anche altrettanto vero che ci si guarda con sé stessi, più di quanto possiamo immaginare. Pare che in certi casi questo valga infinitamente. L’esercizio estremo di metterci in discussione con noi stessi ci porterà ad affinare sempre di più tutte le possibilità che avremo di migliorare questa parte così preziosa del nostro corpo, motore per accendere il nostro viso e la nostra essenza più pura.
L’importanza degli occhi va assai oltre la loro funzione come organo della vista. Infatti, nel corso dei secoli, gli occhi sono diventavi famosi per essere una sorta di finestra sull’anima di ogni individuo. Ciò che non riusciamo a dire con la parola lo esterniamo con lo sguardo. Per questo stesso motivo gli occhi sono diventati quindi una delle parti più affascinanti del nostro corpo.
Ovviamente non basta avere la consapevolezza di tutti questi sani principi. Dobbiamo quindi fare in modo di ottimizzare al meglio questo sapere e procedere attivamente al rinnovamento del valore più infinito dedicato ai nostri occhi.
Partiamo dal presupposto innanzitutto che l’invecchiamento degli occhi conduce il nostro sguardo ad un sempre più progressivo decadimento cutaneo.
La palpebra cadente solitamente è un disturbo che si presenta quindi con il passare degli anni. L’invecchiamento cutaneo, a seguito della perdita di elasticità e tono dei tessuti è uno dei fattori più protagonisti per la nostra regressione.
I rimedi per l’invecchiamento degli occhi
Se parliamo di rimedi naturali, poco efficaci ma comunque placebi di miglioria, capace di ovviare alla palpebra cadente, almeno in una prima parte di questo inizio di processo di invecchiamento, potremmo pensare di utilizzare prodotti mirati come dermososmetici e integratori adatti a incrementare il sostegno naturale dei tessuti.
Ma, come già detto, queste sono soluzioni un po’ insufficienti e quindi poco risolutive, soprattutto per coloro che hanno una palpebra molto cadente e assolutamente votata ad una limitazione permanente del campo visivo.
In questi casi soprattuto e non solo in questi, la blefaroplastica è un intervento assolutamente efficace per ovviare a questo problema.
Esso non ha l’obiettivo di modificare l’aspetto del volto, bensì di riportare la sua fisionomia a come era in precedenza.
L’effetto inoltre è assolutamente “naturale” e non andrà a variare l’originalità della sua appartenenza, nell’equilibrio di proporzione e bellezza del volto.
Si sottolinea però sempre la capacità di scegliere un chirurgo plastico ricostruttivo che andrà ad effettuare l’intervento. Questa cosa è di fondamentale importanza. La scelta del chirurgo si avvarrà assolutamente di una dotta preparazione nel selezionare un professionista referenziato e capace.
Diversamente il volto potrebbe poi non più risultare nella sua completa natura di essere e di trasmettere.
Questo è un intervento di chirurgia estetica volto a risolvere gli inestetismi delle palpebre con l’obiettivo di migliorare la visione e ringiovanire lo sguardo.
Esso consiste nell’eliminazione di pelle in eccesso a livello delle palpebre superiori (differentemente dalla ptosi palpebrale che può essere associata) e pelle in eccesso o borse adipose (o entrambe) a livello delle palpebre inferiori.
Tale intervento può essere eseguito in anestesia locale o generale a seconda del piano chirurgico che il chirurgo opterà per il suo paziente, in relazione delle preferenze dello stesso o della necessità di operazioni concomitanti.
In anestesia locale può essere eseguita una semplice blefaroplastica della palpebra superiore o inferiore in cui verrà asportata solo la pelle o il grasso in eccedenza.
Esistono anche altre procedure più invasive come la blefaroplastica inferiore combinata con il riposizionamento del grasso, il lifting medio-facciale o il lifting endoscopico delle sopracciglia che possono richiedere sedazione endovenosa o anestesia generale.
La blefaroplastica superiore consiste nell’asportare la cute eccedente attraverso una sottile incisione posta a livello della piega dell’occhio in modo da risultare invisibile a occhio aperto. Questa si estenderà leggermente a lato dell’occhio, sulla cute palpebrale. Il tutto si esegue in anestesia locale o sedazione e può essere effettuata anche in ambulatorio se ben attrezzato e abilitato con le corrette referenze in merito.
Al termine dell’intervento verranno applicati dei piccoli punti di sutura che si rimuoveranno dopo circa 5 giorni.
La blefaroplastica inferiore riguarda invece le palpebre inferiori. A seconda dei casi si può procedere con un taglietto lineare appena sotto il bordo ciliare, quasi invisibile, oppure passando dietro la palpebra. L’intervento sulla palpebra inferiore è però più complesso.
La maggior parte dei chirurghi plastici ricostruttivi ha sviluppato un approccio piuttosto personalizzato alla chirurgia palpebrale, in cui verranno identificate le problematiche anatomiche specifiche. L’intervento verrà quindi individualizzato per affrontare le diverse problematiche di trattamento di ogni paziente.
L’intervento verrà ovviamente deciso e pianificato dopo un’accurata visita dal chirurgo plastico ricostruttivo e dopo eventuale visita oculistica.
La blefaroplastica è un intervento non invasivo e di breve durata in sala operatoria. Non necessita di una convalescenza lunga e dolorante ed è assolutamente gestibile nell’ambito di una vita sociale e lavorativa serena.
Eventuali lividi o gonfiori successivi all’intervento scompariranno nel giro di 7-15 giorni.
Con i dovuti accorgimenti post-operatori diverrà tutto molto più facile da ottimizzare.
La durata del risultato è ovviamente soggettiva e la stessa dipenderà da numerosi fattori. Il processo di invecchiamento non viene arrestato, pertanto la pelle tornerà a rilassarsi, ma sicuramente l’aspetto dello sguardo invecchia meglio nel tempo.
Un semplice sguardo è in grado di modificare profondamente l’umore di un essere umano…Un sorriso, una smorfia verranno sicuramente condizionati dallo sguardo appartenente ad ognuno di noi. Lo studio del viso poi è un must della comunicazione più raffinata e non verbale.
Gli stereotipi e la loro attivazione è una delle moderne frontiere di ricerca nell’ambito della psicologia sociale e cognitiva.
Tutti questi studi, apparentemente “poco utili” sono invece davvero essenziali perché ci portano a pensare a quanto sia importante, nelle relazioni sociali un “semplice” sguardo.
Meccanismi assai evolutivi questi, capaci di farci valutare e giudicare le persone. Un risultato questo capace di donare profondo riscontro sulle persone e sulle loro abilità sociali, nonché una compensazione infinita volta all’autostima di noi stessi.
Quale mezzo quindi più efficace e prezioso può essere l’occhio e il suo sguardo?
Coltiviamolo, preserviamolo e proteggiamolo. Ridoniamo luce alla nostra essenza più vera. D’altronde anche l’osservazione è arte pura dell’essere di essere.
C’è qualcosa di magico nello sguardo!
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Alcuni dicono che bisognerebbe andare fieri delle proprie cicatrici…esse raccontano la nostra storia e alcuni aneddoti importanti che in qualche modo ci hanno segnato la vita ma che sono anche riusciti, in alcuni casi, a migliorarla.
Mentre si esercita il coraggio per mostrarle poi, non ci faranno neppure sentire in qualche modo inferiori.
La cultura giapponese ripara solitamente un oggetto rotto e non lo butta mai via. Essi valorizzano la sua crepa riempiendo la spaccatura con dell’oro, credendo che quando qualcosa ha subito una ferita ed ha una storia, diventi tutto più bello.
Beh, un’ottima filosofia per cercare di abbattere il suo inestetismo dando valore al suo significato.
Un giusto spunto questo, però noi non siamo oggetti, le ferite ledono la nostra psiche e in qualche modo segnano il percorso del nostro cammino, quello soprattutto votato alla bellezza interiore ma anche quella esteriore.
Esse rimangono; con il tempo, la mente, per proteggere sé stessa, le cicatrizza e il dolore diminuisce di gran lunga, ma non se ne vanno mai!
Le persone hanno cicatrici in svariati posti del proprio corpo, anche i più impensabili.
I bambini mostrano le cicatrici come medaglie ricevute in premio dalla vita. Gli amanti le usano come segreti da sussurrare. Esse sono una sorta di mappa segreta che racconta chi siamo o chi eravamo.
È però anche vero che gran parte di queste vorremmo cancellarle e tenerle solo nella mente come un ricordo che ci lega ad esse, una sorta di conservazione attiva che vive e vivrà nel cassetto della nostra memoria, quasi come fossero cartoline di posti lontani dove non tornare mai più.
Ogni evento traumatico crea una lesione sulla superficie del corpo e anche nei tessuti più profondi. Esso origina un processo ripartivo che si risolve in “cicatrice”.
Il formarsi delle cicatrici dipende da svariati fattori. Per questo stesso motivo esistono diversi tipi di cicatrici, antiestetiche, che possono dare oltre che dei problemi di tipo psicologico anche dei problemi di funzionalità.
Nel momento in cui si crea un evento lesivo sulla pelle, escludendo fattori di disturbo come infezioni o grandi lacerazioni dei tessuti, a fronte di una tecnica chirurgica corretta, l’evoluzione delle cicatrici varia molto a seconda di come la pelle di ognuno di noi reagisce.
Proprio per le loro svariate caratteristiche, le cicatrici possono comportare lesioni puramente estetiche soprattutto se in parti del corpo esposte (in particolare il volto, le gambe ecc…) che, nel corso della stagione estiva, quando ci si abbiglia di meno, si notano maggiormente.
Capita spesso che chi ha cicatrici piuttosto traumatiche e evidenti, si rivolga ad un chirurgo plastico ricostruttivo per richiedere il miglioramento delle stesse. Dicesi “revisione chirurgica delle cicatrici”.
La guarigione delle ferite chirurgiche o traumatiche (come, ad esempio, le ferite da taglio, lacero-contuse, ustioni) è un processo biologico complesso che si realizza attraverso diverse fasi e che esita in cicatrici cutanee permanenti. L’aspetto definitivo di una cicatrice è dunque il risultato di un lungo processo di maturazione, che può durare da alcuni mesi ad oltre un anno.
Affidarsi ad un intervento mirato per la cura delle proprie cicatrici
L’intervento per le revisioni di cicatrici viene effettuato per migliorare l’aspetto estetico di una cicatrice e/o eliminare i disturbi funzionali, come ad esempio dolore, sensazione di tensione e vera e propria retrazione. Esso può essere eseguito a qualsiasi età.
La visita specialistica dal chirurgo plastico ricostruttivo è considerata ovviamente fondamentale. Questo permette di valutare alla precisione il singolo caso, perché ogni tipo di cicatrice richiede uno studio approfondito per valutare quale intervento permetta di ottenere il massimo del risultato con il minimo rischio.
Le tecniche chirurgiche più semplici per la revisione di cicatrici prevedono la semplice escissione della cicatrice, la lisi (liberazione) delle sue aderenze con le strutture circostanti come muscoli, nervi o articolazioni e la chiusura della ferita con tecniche di Chirurgia Plastica Ricostruttiva.
Nei casi più complessi o di recidiva (ricomparsa della cicatrice patologica dopo un primo intervento correttivo) è necessario associare alla procedura medica (compressione, lamine di silicone, infiltrazioni di cortisone, radioterapia) o chirurgiche (plastica a Z, plastica a W, escissione seriate, espansione cutanea, ecc…).
Ci sono diverse variabili che influenzano la gravità delle cicatrici, tra cui la dimensione e la profondità della ferita, la vascolarizzazione dell’area, lo spessore, il colore della pelle e la direzione della cicatrice, che si renderà meno evidente attraverso le iniezioni.
In ogni caso nessun intervento eliminerà del tutto le cicatrici, soprattutto le più gravi ovviamente, ma si possono ottenere dei risultati comunque soddisfacenti.
Le cicatrici si suddividono in cicatrici cheloidee che si presentano grosse e danno prurito. Il tessuto cicatriziale che cresce oltre i bordi della ferita o incisione si presenta spesso di un colore rosso o più scuro rispetto alla pelle circostante. Il tessuto cicatriziale potrà essere tagliato e la ferita chiusa con uno o più strati di punti. Questa è generalmente una chirurgia di tipo ambulatoriale eseguita in anestesia locale.
Esistono poi invece anche le cicatrici ipertrofiche che sono molto simili alle cicatrici cheloidee poiché entrambe tendono ad essere spesse, rosse e sollevate.
Questo tipo di cicatrici rimangono solitamente entro i bordi dell’incisione originale o della ferita. Si andrà poi a rimuovere l’eccesso di tessuto cutaneo e a riposizionare l’incisione in modo da guarire in modo meno visibile. Questo intervento potrà essere eseguito anch’esso in anestesia locale o generale, a seconda della posizione della cicatrice e delle dimensioni della stessa.
Il risultato estetico varia ovviamente da paziente a paziente e cambia mediante diversi fattori come per il tipo di carnagione, area del corpo interessata ecc…
Il risultato è permanente e la sua perfezione si raggiungerà a distanza di circa un anno dall’intervento.
La durata dell’intervento varia a seconda dell’entità della cicatrice ma solitamente rimane nell’arco tra i 30 e i 60 minuti.
L’intervento si effettuerà con una anestesia locale tramite sedazione, tranne in alcuni casi specifici in cui invece si applicherà un’anestesia generale.
Gli effetti collaterali sono inesistenti e i risultati ottimali si vedranno nell’arco di un anno circa.
Il periodo postoperatorio non è assolutamente così invasivo ed è consigliabile l’applicazione di presidi medici a livello della nuova cicatrice durante la sua fase di maturazione. Questo permetterà di ridurre al minimo la possibilità della formazione di una cicatrice di cattiva qualità.
La ripresa di una normale attività è strettamente legata al tipo di intervento a cui il paziente sarà sottoposto.
Per le piccole revisioni chirurgiche dovute a cicatrici minime effettuate in anestesia locale, si possono riprendere i ritmi della vita quotidiana già dal giorno successivo all’intervento e con molta tranquillità.
Visi e corpi nuovamente plasmati a misura, senza però andare mai a stravolgere le loro entità.
Cicatrici e psiche è poi un connubio da non sottovalutare. Esse hanno un rapporto negativo sull’essere umano, lo dice anche un sondaggio condotto da Opinion Health nel Regno Unito su 1000 persone.
L’impatto psicologico di una vita “segnata” e marchiata dalle cicatrici ha su alcune persone un effetto davvero devastante che andrà ad influire assai negativamente nella percezione del sé.
Per alcune persone una cicatrice rappresenta fisiologicamente il risultato del processo di guarigione di una ferita o in generale di un trauma della pelle. Per altre persone una cicatrice diventa molto di più, come il ricordo perpetuo dell’evento traumatico che l’ha causata e, se in qualche modo tutto questo non verrà elaborato nel modo migliore, può diventare un grande peso a livello psicologico, assai difficile da elaborare e sostenere.
Una ferita quindi che segnerà il fisico e la mente.
Abituiamoci quindi a chiedere aiuto alle persone competenti in materia, senza la paura di metterci a confronto con gli altri e il nostro corpo oltre che con il nostro specchio.
E’ poi vero che non tutte le cicatrici possono guarire, ma tramite un dialogo accurato con un chirurgo plastico ricostruttivo referenziato, si potranno estrapolare tutte le problematiche e porre in qualche modo rimedio, per ritornare a piacersi come prima e magari più di prima…
Nel frattempo, impariamo anche ad adottare camouflage efficaci con un make-up accurato e professionale, sebbene non possa esserci di grande aiuto al normale processo di cicatrizzazione. Ma è già un piccolo inizio per cominciare a prenderci cura di noi stessi.
Il percorso di accettazione cosciente e attivo ci permetterà di fare i prossimi passi per andare poi verso la risoluzione più efficace. Una chiave di lettura eccellente per ricominciare a sorridere e per trovare la soluzione più adatta alla qualità di vita migliore per noi.
Paulo Coelho diceva: “non permettere alle tue ferite di trasformarti in qualcuno che non sei”.
Ascoltiamolo, perché anche nelle giuste intuizioni come nelle più corrette intenzioni, trovano conforto e conquista le risoluzioni.
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Dicono che le mongolfiere siano la reincarnazione di quei famosi palloncini che ce l’hanno fatta a non sgonfiarsi e a rimanere integri…
Ma è anche vero che non possiamo diventare mongolfiere perché gonfieremmo troppo, fino a scoppiare.
He he he… molto spesso facciamo riferimento agli oggetti per definire il nostro stato d’animo o quello fisico…una sorta di compensazione atta ad aiutare e a spronare le nostre insicurezze e a consolare le nostre paure.
Abbiamo il timore di affrontare lo stato di fatto delle cose andando a porgere il rimedio immediato ma senza renderci conto delle possibili conseguenze.
Ecco, facendo purtroppo riferimento non certamente alle silfidi ma magari a coloro che non godono di così meravigliosa forma, potremmo per esempio pensare alla nostra pancia gonfia e grassa o a quella pseudo obesità latente andatasi ad attenuare spropositatamente, di sgonfiarci solo grazie alla dieta miracolosa del secolo. Detto ciò, però non possiamo che farci delle domande nel considerare quanto quel grande desiderio di dimagrire possa essere, si compensato momentaneamente, ma non di certo dichiarato perfetto dall’ottenimento di un risultato così definito nella sua perfezione.
Siamo quindi come palloncini sgonfiati e non più mongolfiere, per cui dobbiamo farci venire in mente una buona soluzione per riappropriarci della nostra fisicità, continuando a poter poi volare come facevamo un tempo….
La comparsa della pelle flaccida dopo un’azione di dimagrimento é sicuramente un evento per nulla insolito. La perdita di peso é a volte dirompente e non permette all’epidermide di adattarsi alla nuova forma del corpo.
Da qui, infatti, il consiglio di evitare di avvalersi troppo di diete bomba miracolose quando decidiamo di perdere chili in eccesso.
Il nostro corpo ha un meccanismo impeccabile, perfetto, è un disegno complesso e finemente cesellato, splendido nella complessità del suo insieme.
Basta poco a volte per alterare il suo aspetto. Uno stile di vita scorretto come la pigrizia e la sedentarietà che assieme ad una dieta sbagliata fanno andare tutto in pappa… è cosa da considerare e non poco.
Il sovrappeso impera e noi ci avvaliamo allora di una buona, buonissima dieta questa volta, I risultati arrivano, dimagriamo, ma non siamo ancora a posto perché i postumi dello sgonfiamento precoce ci fanno apparire flaccidi e vuoti, inadatti alla soddisfazione del nostro meglio.
Un intervento di chirurgia estetica ricostruttiva come rimedio definitivo
Se perdere peso, allora, è una necessità per ripristinare benessere e buona salute, non possiamo lasciare ancora qualcosa di inadeguato o in sospeso, per cui dobbiamo ricorrere al rimedio più definitivo, atto davvero a chiudere l’opera al meglio e senza la paura di andarlo ad affrontare.
La cosa primaria sarà ovviamente quella di affidarci ad un professionista serio, qualificato e referenziato per poter in qualche modo avvalorare la nostra scelta.
Un intervento, o una serie di interventi di chirurgia estetica ricostruttiva per andare a sanare il post dimagrimento, può sicuramente risolvere l’arcano delle nostre insoddisfazioni, risolvendo del tutto il problema della pelle flaccida e in eccesso che si verifica spesso in queste situazioni.
La forma fisica è significativamente compromessa dalla massa adiposa accumulata in più parti del corpo. Il necessario e conseguente dimagrimento effettuato rigorosamente anche dietro ad un controllo medico, è come abbiamo già detto supportato da una sana e ottima dieta oltre che dall’attività fisica.
La perdita di circa 20 o 30 kg. comporta, infatti, un’iperlassità cutanea esteticamente poco gradevole, a cui solo un intervento di chirurgia Estetica ricostruttiva può ricorrere.
Le aree più interessate della ptosi cutanea sono sicuramente l’addome, le cosce, il seno e le braccia. L’elasticità cutanea è stata compromessa e la pelle appare sovrabbondante, cadente.
Pliche cutanee andranno a formarsi al di sopra dell’ombelico, le smagliature si disegneranno su tutto l’addome, la pelle cadente si spingerà in avanti nell’area sovrapubica, soprattutto se è presente una cicatrice da cesareo.
Tutti questi elementi sono la causa di un disagio interiore e di quella difficoltà che si presenta dinnanzi alla nostra autostima.
Cominciano le paure, le paranoie e non riusciamo più a vederci armonioso, asciutte e toniche. La ricerca di un capo di abbigliamento diviene sempre più complessa perché nonostante il dimagrimento non ci sentiamo a nostro agio con il nostro corpo.
L’addominoplastica diviene quindi l’intervento d’eccellenza per ovviare a tutti questi inestetismi e problematiche.
La rimozione del lembo cutaneo in eccesso andrà ad agevolarsi da una iniziale liposuzione dell’area addominale da andare a trattare, molto efficace anche per rimodellare i fianchi quando non sia necessario estendere l’escissione lateralmente con un bodylift circonferenziale.
La pelle dell’area superiore verrà distesa e l’ombelico, rimasto in sede, riemergerà attraverso un’incisione centrale eseguita a doc.
Il post-operatorio é abbastanza agevole e il risultato estetico sarà di gran lunga soddisfacente.
Anche le cosce saranno un’area maggiormente colpita, nello specifico l’interno cosce. La pelle cadente scivola in basso formando delle ondulazioni che possono giungere fino in prossimità del ginocchio.
La soluzione chirurgica migliore sarà il Lifting delle cosce che consiste nell’asportare la pelle in eccesso.
Il post-operatorio é un po’ più delicato in questo caso a causa di una relativa limitazione nei movimenti e alla necessaria e attenta igiene. Nulla di grave e inaffrontabile.
Avremo poi anche la pelle in eccesso riguardante il seno.
Lo svuotamento del corpo mammario é davvero una costante in questi casi di precoce dimagrimento. Con una ptosi di vario grado che deve essere corretta con un intervento di Mastopessi si conserverà assolutamente l’integrità della ghiandola mammaria. Alle volte, nei casi più complessi, si consiglia di associare l’impianto di una protesi che restituirà volume al seno. La mastopessi periareolare non comporta un impegno psico-fisico importante e, in assenza di complicanze, soddisfa sempre le aspettative delle pazienti.
Infine, l’importante calo ponderale determina il più delle volte la comparsa a livello delle braccia di una evidente plica cutanea, chiamata “batwing” o anche ali di pipistrello. La procedura chirurgica in questo caso viene denominata Branchioplastica ed è molto simile al Lifting delle cosce. Essa consiste nell’asportare un’ellisse di cute in mezzo all’ascella e un’altra più grande perpendicolare alla prima e che arriva fino al gomito. Il risultato estetico viene talora compromesso dagli evidenti esiti cicatriziali però, che si disegnano sulla superficie mediale delle braccia.
Diciamo che alla fine di questa carrellata di taglia e cuci sulla chirurgia estetica ricostruttiva post dimagrimento, andremo sicuramente a calare il logorio del sovrappeso e della obesità, cose che sicuramente avrebbero notevolmente disturbato la serenità dell’essere umano nei confronti di una buona convivenza con il proprio corpo.
Questi interventi possono sembrare complessi ma se eseguiti a doc possono davvero migliorare nettamente l’aspetto e la qualità della vita di coloro che ne sono state vittime.
L’elasticità della pelle sarà assolutamente e nuovamente vitale, come la distensione dei tessuti che non avranno più accumuli di adipe.
Dopo tutto questo si consiglia ovviamente una buona attività fisica e una dieta idonea e equilibrata, utili per migliorare il tono muscolare, bruciare calorie e ridurre il grasso.
Però solo la chirurgia estetica può fare il miracolo, eliminando del tutto quel bruttissimo inestetismo rappresentato da uno stato di flaccidità davvero brutta da vedere e da viversi addosso.
Il benessere psicofisico é assai importante per raggiungere una forma davvero evidente, ammaliante e splendente.
Non dobbiamo avere paura quindi di rimanere mongolfiere, perché il nostro destino da palloncini non sarà scoppiare ma al contrario volteggiarci come farfalle, laddove avremo lo spazio di poter danzare leggere e delicate.
Per farlo dovremo solo prenderci cura minuziosamente di quei palloncini flaccidi e tenerli verso lo specchio della vita oltre che dell’armadio.
A questo punto saremo forti abbastanza per pretendere il meglio senza stravolgerci per il peggio.
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Le rose si correlano alla bellezza dell’essere femminile…
Esse sono bellissime, rappresentano la passione e l’amore.
Albert Samain, grande poeta francese, diceva: “quando siete in preda al pessimismo, guardate una rosa”.
Essa parla di amore e meraviglia silenziosamente, in un linguaggio che coinvolge solo il cuore.
Non a caso nell’antica Grecia era il simbolo di Afrodite, la dea dell’amore.
L’antichità è ricca di leggende sull’origine delle rose. In Grecia si narrava la storia della dea Cloris che, vedendo una giovane ninfa morta, l’ha trasformò in fiore. Mentre Afrodite le donava la bellezza rendendola una rosa.
Si raccontava anche, presso i Romani, che la splendida Rodante rifiutasse tutti i corteggiatori, i quali un giorno violarono la sua casa, andando a aizzare le ire della dea Diana che a sua volta trasformò la fanciulla in rosa e i pretendenti in spine.
Rifacendosi poi a quelle tradizioni, il noto pittore Sandro Botticelli, fece nascere la sua Venere dalle acque, sommersa da una cascata di petali di morbide e sensuali rose.
Nel Medioevo, invece, la rosa diventò il simbolo della purezza femminile e fu associata alla Madonna.
Non è un caso quindi che la bellezza femminile come la sua purezza e la sua luce, venga spesso identificata a quella di una rosa o di qualsiasi altro fiore delicato e rappresentativo.
I fiori non sono solo bellissimi ma portano anche tanto beneficio alla nostra pelle. Essi sono i protagonisti dei prodotti skincare green più efficaci e al contempo delicati. Le loro proprietà sono conosciute fin dai tempi antichi e sono sempre state utilizzate nella cosmesi.
Oggi però sono diventati una vera e propria tendenza per la cura della nostra pelle, dove vengono utilizzati petali e foglie fermentanti, come anche gli oli essenziali. Infatti, esiste un fiore per ogni esigenza, dalle rughe all’acne, andando a ridonare luminosità, tonicità e idratazione.
Ma si sa, la pelle, come i fiori, se non curati a dovere, si affievoliscono, si ammalano rendendosi spenti e senza linfa vitale.
L’autunno che verrà ci rammenterà il desiderio di rinnovare innanzitutto la pelle del nostro viso.
Test dermatologici hanno ormai accertato che riformare la parte superficiale della pelle, oltre che migliorarne l’aspetto nella sua immediatezza, previene anche l’invecchiamento cutaneo.
Ma come andremo a rinnovare la cute?
Il peeling viso è sicuramente un rimedio assai efficace. L’autunno come l’inverno, saranno le stagioni migliori per dedicarsi a questa pratica beauty.
La pelle sarà meno esposta ai raggi solari, condizione questa davvero ottimale per chi deciderà di sottoporsi a tale trattamento. D’altronde ora più che mai la nostra cute ha bisogno di essere rinnovata, dopo che il sole, l’acqua del mare, il cloro e il calore l’avranno messa a dura prova in questo periodo estivo odierno.
Iniziamo quindi sottoponendoci, soprattutto per i casi meno complessi, alla cura della nostra pelle con una pulizia del viso piuttosto accurata. Un insieme di azioni che non sostituiscono in alcun modo né il peeling, né lo scrub, ma saranno trattamenti intensivi che andranno a preparare la nostra pelle, al fine di donare ad essa un aspetto più pulito e levigato, nell’obiettivo di andare poi a modificarne ulteriormente la luminosità e il suo ringiovanimento con un Peeling chimico.
Andremo a pulire la nostra pelle attraverso l’eliminazione di cellule morte, punti neri e altre piccole imperfezioni cutanee. La pulizia del viso, se eseguita nel modo giusto può davvero prevenire il deposito di sebo e batteri sulla nostra cute, preparandola a trattamenti ancora più risolutivi e più invasivi.
Il peeling chimico dovrà essere eseguito da un medico specializzato in medicina estica. Esso è un trattamento di bellezza specifico che deve essere eseguito da mano esperta.
Grazie all’utilizzo di uno o più agenti chimici (acido glicolico, salicilico o tricloracetico, l’acido lattico, acido mandelico) che andranno ad agire sulla nostra pelle come un esfoliante, sarà possibile donare alla cute un aspetto più giovane, fresco e luminoso.
Successivamente al peeling chimico bisognerà applicare una crema protettiva sulla cute evitando assolutamente di esporsi al sole…
Dopo o durante l’applicazione del peeling chimico, sarà possibile percepire un senso di bruciore che però scomparirà nel giro di qualche minuto.
Nei giorni successivi potremmo notare lievi arrossamenti e desquamazioni: la cosa essenziale sarà applicare sul proprio viso una crema solare al fine di proteggersi per diverse settimane dai raggi UV, se pur questi deboli.
Il peeling chimico è un procedimento chimico profondo ed è una terapia medica specifica. Esso è indicato solo per alcuni tipi di pelle e deve essere consigliato e praticato solo da un medico competente in materia.
In caso di rughe superficiali o macchie della pelle il trattamento di medicina estetica individuato come peeling, consente di ottenere un progressivo ringiovanimento della pelle che apparirà molto più luminosa, elastica, morbida e priva di piccole rughe.
Esso si basa sulla naturale capacità della pelle di rigenerare tessuto dopo un evento traumatico.
Va a rigenerare le cellule della cute e consente di esfoliare in modo rapido e indolore gli strati superficiali della pelle consentendo così alle cellule di rigenerare in profondità nuovi strati cutanei.
La pelle che si andrà a riformare apparirà dunque anche più fresca, idratata e tonica.
Elimina inoltre le cellule cutanee danneggiate e degenerate, quelle che vengono sostituite da cellule epidermiche normali.
Produce un’infiammazione che attiva la produzione di collagene ed elastina (rivitalizzazione e ringiovanimento del derma mediante stimolazione dei fibroblasti con formazione di collagene autologo).
Il trattamento può prevedere un tempo che va dalle 3 alle 4 sedute con un intervallo di circa 20 giorni l’una dall’altra.
Non esiste una durata specifica per la messa in posa, poiché questa può variare in base alla pelle e soprattutto agli agenti chimici che verranno utilizzati nel trattamento. In genere non richiede più di pochi minuti.
Esistono poi anche peeling enzimatici per pelli assai delicate. Parliamo di peeling di ultima generazione che associano agli acidi esfolianti enzimi vegetali e sostanze bioristrutturanti.
La capacità di escoriazione si ha per il degrado delle proteine in amminoacidi che aiutano a stimolare la produzione di collagene e rafforzare la struttura cutanea. Il peeling enzimatico è molto delicato sulla pelle e si può fare anche a casa, anche due o tre volte la settimana. Ottimo per coloro che hanno la pelle scura.
La cura del sè farà rifiorire la rosa della bellezza che c’è in noi, quella che più ci rappresenta. In questo modo renderemo merito alla nostra giovinezza, anche quella che si nasconde nell’animo e nello spirito di ognuna di noi e che purtroppo spesso viene celata dalla noncuranza del nostro essere più delicato.
Lo stress, la paura di invecchiare, quella depressione velata che spesso si annida nel nostro inconscio più sensibile, rischiano a volte di farci scordare l’importanza che dovremmo donare a
noi stesse: osservarci e agire.
Partiamo dalle piccole cose per arrivare alle grandi e non scordiamoci mai che l’informazione più dotta potrebbe davvero donarci le risoluzioni migliori volte alla cura del sé, fisica e psicologica.
Volgiamo il pensiero a noi stesse, facciamolo come palestra giornaliera per questa nostra vita. Questo sarà l’unico mezzo capace di farci prendere la giusta direzione verso l’obiettivo più meritevole a noi stesse.
Non abbiamo più nulla da dire ma solo qualcosa da fare.
Dimentichiamo il passato, ripianifichiamo la nostra vita, cominciando a migliorare il nostro aspetto e ringiovanire!
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Paulo Coelho diceva: “possiamo avere tutti i mezzi di comunicazione del mondo, ma niente, assolutamente niente, sostituisce lo sguardo dell’essere umano”.
Già, proprio così, parole sagge che ci rammentano il valore più significativo dell’essere, quello volto alla meraviglia per noi stessi e per gli altri, coloro davvero capaci di interpretare la nostra più segreta personalità, come quello spirito e quella nostra anima leggibili nel nostro sguardo.
Ci sono sguardi che sono opere d’arte; attimi di complicità pura scambiati con gente che purtroppo non conosceremo mai, se pur gli sguardi a noi più cari non si possono confondere, né da vicino né da lontano.
Lo sguardo…esso, è’ un po’ come un barometro e ci permette di indovinare tutto: dalla tristezza, alla gioia, all’indecisione, alla paura.
All’interno di uno sguardo si cela quindi davvero tutta l’interiorità di un individuo. Non è un caso quindi se il viso di una persona si delinea attraverso la sua contrazione o il rilassamento dei muscoli facciali, portavoce di sentimenti e emozioni.
Fin dalla notte dei tempi l’uomo fu sempre affascinato dal potere dello sguardo, degli occhi. Persino la grande storia dell’arte rappresentata da svariate opere dipinte con occhi profondi, rammenta nel suo infinito i significati più disparati.
Si raccontano bizzarre leggende che abbracciano il significato degli occhi e quindi del loro potere. Ad esempio, gli egizi utilizzavano il simbolo dell’occhio per raffigurare l’onnipresenza e l’onniveggenza del Dio del sole Ra. La leggenda, infatti, narra che il Sole, Ra, perso il primo occhio, decise di inviare i propri figli a recuperarlo, ma il tempo passava e costoro non ritornavano. Ra decise quindi di sostituirlo, ma, nel frattempo, l’occhio ritornò e dalla rabbia per essere stato sostituito, si mise a piangere. Le sue lacrime diedero così origine agli uomini e alla loro infinita virtù di osservare ed esprimere.
Significativo racconto questo, persino incredibile nella sua unicità ed essenza, ma che in qualche modo ci dà la possibilità di dedurre che l’occhio è qualcosa di sacro ma che al tempo stesso cela in sé anche qualcosa di disturbante che emerge alla luce proprio quando ciò che lo nasconde lascia al suo posto un vuoto, cioè quando lo sguardo è quindi assente.
L’occhio dà la vita ed è il tramite con cui l’universo osserva sé stesso.
Josè Saramago, premio Nobel per la letteratura, diceva: “ho passato la vita a guardare negli occhi della gente, ed è l’unico luogo del corpo dove forse esiste ancora un’anima”.
Forse questa una considerazione amara ma che ci dona una riflessione che va oltre il senso di quelle parole.
Vi è mai successo di guardare intensamente negli occhi una persona? Ma non solo di colei o di colui che amiamo. Mi riferisco ad un discorso più amplificato e quindi a tutte quelle persone con le quali decidiamo di entrare in relazione. Sarebbe una cosa gradevolissima poterlo fare, perché gli occhi, mentre indagano il mondo, rivelano anche molto di ciò che appartiene a noi stessi.
Essi sono fondamentalmente una fonte di informazione costante. Ci sussurrano limiti e punti di forza del nostro corpo. Le modalità attraverso le quali le persone prendono decisioni, imparano, tendono a motivarsi o a memorizzare, proprio attraverso gli occhi, sono assolutamente fondamentali, sia attraverso una fonte che passa tramite il livello fisico ma anche quello emotivo.
Una trasposizione quindi questa assai utile per l’essere umano, diremmo quasi fondamentale.
Per questo motivo gli occhi sono la chiave di accesso oculare per arrivare persino a conquistare una compensazione sociale nella vita quale l’ambito lavorativo, della comunicazione, dell’amore e della magia. Non a caso l’elemento dello sguardo e dei suoi messaggi accomuna persuasione, fascino e eros.
Molto spesso snobbiamo i tesori infiniti che appartengono al nostro essere. Tendiamo a trascurare i tramiti più fondamentali di noi stessi capaci davvero di impreziosire ciò che ci rappresenta e che in qualche modo potrebbero davvero trasformarsi come forieri della nostra felicità o meglio ancora della serenità interiore a noi più appartenente.
A fronte di questo, tramite l’informazione più referenziata e dettagliata che oggi la vita ci offre, andiamo a identificare i mezzi più efficaci capaci davvero di compensare le nostre esigenze.
In questo caso, dove l’attenzione si focalizza proprio nella lettura della nostra anima più veritiera, potremmo cominciare a pensare a come migliorare l’apparato del nostro grande motore di comunicazione quali i nostri occhi.
Sicuramente dovremmo per prima cosa cominciare a curare gli occhi in superficie, utilizzando, per chi ne avesse bisogno, occhiali con gradazioni corrette, evitando di andare all’assalto di lenti usa e getta, che a forza di essere indossati, sfiniscono gli occhi rendendoli stanchi e arrossati. Curiamo il contorno occhi con detergenti delicati e di qualità, usiamo un make-up non esagerato imparando a stenderlo con cura.
Ma questo non basta…
Alla base della nostra disciplina esiste innanzitutto una corretta dedizione per noi stessi, che si fonda sostanzialmente nell’apportare attenzione a piccoli accorgimenti che sono fondamentali per cominciare a pensare di ottimizzare il nostro aspetto con l’aiuto, in un secondo tempo, di metodi più costanti e risolutivi.
L’intervento di blefaroplastica superiore
La chirurgia plastica ricostruttiva è sicuramente il tramite migliore capace di farci arrivare a risultati eccellenti senza invadere né danneggiare, o meglio lasciando integro, ma solo ringiovanito, il nostro aspetto originale.
La blefaroplastica superiore, la chirurgia della bellezza, è indubbiamente l’intervento più determinante, capace davvero di andare a modificare le imperfezioni dovute soprattutto all’invecchiamento e quindi al cedimento della palpebra.
La blefaroplastica superiore è un intervento di chirurgia estetica che tende a cancellare quasi del tutto i segni dell’età e a ridare freschezza e luminosità allo sguardo.
Questo metodo si effettua quando la cute, nell’area superiore dell’occhio, è in eccesso, andando a coprire la rima palpebrale specialmente sul margine laterale andando ad eliminare l’effetto triste dello sguardo.
I pazienti che vorranno sottoporsi all’intervento di blefaroplastica superiore dovranno essere trattati da chirurghi altamente referenziati e specializzati in materia. Diversamente si potrebbe rischiare di avere risultati non del tutto soddisfacenti.
Il dottore sarà in grado di stabilire, durante la prima visita, una stima accurata del risultato ottenibile, spiegando tutti i dettagli dell’intervento.
L’intervento potrà essere effettuato sia in anestesia locale (con o senza sedazione) che in anestesia generale.
Nell’intervento di blefaroplastica superiore verrà valutato e disegnato l’eccesso cutaneo da asportare. Si andrà a rimuovere così l’eccesso di pelle e le eventuali borse adipose sottostanti attraverso un’incisione nascosta nella piega naturale della palpebra prolungata nella regione del canto esterno.
La cute verrà poi suturata con un filo di sutura molto sottile.
L’intervento verrà eseguito in clinica e in regime ambulatoriale o di Day Hospital e comporta un dolore davvero minimo e quindi sopportabilissimo.
Il paziente potrà essere dimesso il giorno stesso dell’intervento.
Ci sarà ovviamente la possibilità che si possano presentare echimosi che variano a seconda del paziente e possono essere di lieve o media intensità. La maggior parte di tali ecchimosi scompare fra il quinto ed il decimo giorno. Durante questo periodo le palpebre possono apparire un po’ gonfie e si può riscontrare una maggior lacrimazione.
Il lavoro e le attività sociali saranno limitate per 10-15 gg. circa dopo l’intervento. Per il make-up si dovranno attendere almeno 5 gg…
A volte ci sono parole che non dicono niente, ma sguardi che dicono tutto. Questo ci porta a pensare quanto sia indispensabile ottimizzare l’armonia del nostro sguardo, la sua intensità, la sua luce e la sua verità, al fine di poter trasmettere davvero il valore della nostra anima come quello del nostro spirito.
In questo tempo ormai così cullato dall’avanguardia di una medicina e chirurgia estetica così sorprendente e accurata, non dobbiamo avere timore di osare nella sua innovazione.
Il risultato sarà eccellente se potremo unire la competenza dei medici e la fiducia per loro, con la tenacia del nostro volere, ma sempre nel rispetto di noi stessi e della meraviglia di ciò che la nostra mente può estrapolare da tutto questo.
Il linguaggio dello sguardo è ormai divenuto un’essenza universale capace davvero di interpretare il meglio o il peggio di noi. Lottiamo per far emergere la parte più spettacolare di noi stessi sopprimendo per prima cosa la paura.
Solo così potremo sì, celare la verità uscita dalla nostra lingua, ma mai quella che emergerà dai nostri preziosi occhi.
Vuoi valutare un intervento di blefaroplastica? Affidati ad uno Specialista in Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica a Torino, Asti e Alba, ti invito a contattarmi telefonicamente o compilando il modulo di contatto seguente: CLICCA QUI