Paulo Coelho diceva: “possiamo avere tutti i mezzi di comunicazione del mondo, ma niente, assolutamente niente, sostituisce lo sguardo dell’essere umano”.
Già, proprio così, parole sagge che ci rammentano il valore più significativo dell’essere, quello volto alla meraviglia per noi stessi e per gli altri, coloro davvero capaci di interpretare la nostra più segreta personalità, come quello spirito e quella nostra anima leggibili nel nostro sguardo.
Ci sono sguardi che sono opere d’arte; attimi di complicità pura scambiati con gente che purtroppo non conosceremo mai, se pur gli sguardi a noi più cari non si possono confondere, né da vicino né da lontano.
Lo sguardo…esso, è’ un po’ come un barometro e ci permette di indovinare tutto: dalla tristezza, alla gioia, all’indecisione, alla paura.
All’interno di uno sguardo si cela quindi davvero tutta l’interiorità di un individuo. Non è un caso quindi se il viso di una persona si delinea attraverso la sua contrazione o il rilassamento dei muscoli facciali, portavoce di sentimenti e emozioni.
Fin dalla notte dei tempi l’uomo fu sempre affascinato dal potere dello sguardo, degli occhi. Persino la grande storia dell’arte rappresentata da svariate opere dipinte con occhi profondi, rammenta nel suo infinito i significati più disparati.
Si raccontano bizzarre leggende che abbracciano il significato degli occhi e quindi del loro potere. Ad esempio, gli egizi utilizzavano il simbolo dell’occhio per raffigurare l’onnipresenza e l’onniveggenza del Dio del sole Ra. La leggenda, infatti, narra che il Sole, Ra, perso il primo occhio, decise di inviare i propri figli a recuperarlo, ma il tempo passava e costoro non ritornavano. Ra decise quindi di sostituirlo, ma, nel frattempo, l’occhio ritornò e dalla rabbia per essere stato sostituito, si mise a piangere. Le sue lacrime diedero così origine agli uomini e alla loro infinita virtù di osservare ed esprimere.
Significativo racconto questo, persino incredibile nella sua unicità ed essenza, ma che in qualche modo ci dà la possibilità di dedurre che l’occhio è qualcosa di sacro ma che al tempo stesso cela in sé anche qualcosa di disturbante che emerge alla luce proprio quando ciò che lo nasconde lascia al suo posto un vuoto, cioè quando lo sguardo è quindi assente.
L’occhio dà la vita ed è il tramite con cui l’universo osserva sé stesso.
Josè Saramago, premio Nobel per la letteratura, diceva: “ho passato la vita a guardare negli occhi della gente, ed è l’unico luogo del corpo dove forse esiste ancora un’anima”.
Forse questa una considerazione amara ma che ci dona una riflessione che va oltre il senso di quelle parole.
Vi è mai successo di guardare intensamente negli occhi una persona? Ma non solo di colei o di colui che amiamo. Mi riferisco ad un discorso più amplificato e quindi a tutte quelle persone con le quali decidiamo di entrare in relazione. Sarebbe una cosa gradevolissima poterlo fare, perché gli occhi, mentre indagano il mondo, rivelano anche molto di ciò che appartiene a noi stessi.
Essi sono fondamentalmente una fonte di informazione costante. Ci sussurrano limiti e punti di forza del nostro corpo. Le modalità attraverso le quali le persone prendono decisioni, imparano, tendono a motivarsi o a memorizzare, proprio attraverso gli occhi, sono assolutamente fondamentali, sia attraverso una fonte che passa tramite il livello fisico ma anche quello emotivo.
Una trasposizione quindi questa assai utile per l’essere umano, diremmo quasi fondamentale.
Per questo motivo gli occhi sono la chiave di accesso oculare per arrivare persino a conquistare una compensazione sociale nella vita quale l’ambito lavorativo, della comunicazione, dell’amore e della magia. Non a caso l’elemento dello sguardo e dei suoi messaggi accomuna persuasione, fascino e eros.
Molto spesso snobbiamo i tesori infiniti che appartengono al nostro essere. Tendiamo a trascurare i tramiti più fondamentali di noi stessi capaci davvero di impreziosire ciò che ci rappresenta e che in qualche modo potrebbero davvero trasformarsi come forieri della nostra felicità o meglio ancora della serenità interiore a noi più appartenente.
A fronte di questo, tramite l’informazione più referenziata e dettagliata che oggi la vita ci offre, andiamo a identificare i mezzi più efficaci capaci davvero di compensare le nostre esigenze.
In questo caso, dove l’attenzione si focalizza proprio nella lettura della nostra anima più veritiera, potremmo cominciare a pensare a come migliorare l’apparato del nostro grande motore di comunicazione quali i nostri occhi.
Sicuramente dovremmo per prima cosa cominciare a curare gli occhi in superficie, utilizzando, per chi ne avesse bisogno, occhiali con gradazioni corrette, evitando di andare all’assalto di lenti usa e getta, che a forza di essere indossati, sfiniscono gli occhi rendendoli stanchi e arrossati. Curiamo il contorno occhi con detergenti delicati e di qualità, usiamo un make-up non esagerato imparando a stenderlo con cura.
Ma questo non basta…
Alla base della nostra disciplina esiste innanzitutto una corretta dedizione per noi stessi, che si fonda sostanzialmente nell’apportare attenzione a piccoli accorgimenti che sono fondamentali per cominciare a pensare di ottimizzare il nostro aspetto con l’aiuto, in un secondo tempo, di metodi più costanti e risolutivi.
L’intervento di blefaroplastica superiore
La chirurgia plastica ricostruttiva è sicuramente il tramite migliore capace di farci arrivare a risultati eccellenti senza invadere né danneggiare, o meglio lasciando integro, ma solo ringiovanito, il nostro aspetto originale.
La blefaroplastica superiore, la chirurgia della bellezza, è indubbiamente l’intervento più determinante, capace davvero di andare a modificare le imperfezioni dovute soprattutto all’invecchiamento e quindi al cedimento della palpebra.
La blefaroplastica superiore è un intervento di chirurgia estetica che tende a cancellare quasi del tutto i segni dell’età e a ridare freschezza e luminosità allo sguardo.
Questo metodo si effettua quando la cute, nell’area superiore dell’occhio, è in eccesso, andando a coprire la rima palpebrale specialmente sul margine laterale andando ad eliminare l’effetto triste dello sguardo.
I pazienti che vorranno sottoporsi all’intervento di blefaroplastica superiore dovranno essere trattati da chirurghi altamente referenziati e specializzati in materia. Diversamente si potrebbe rischiare di avere risultati non del tutto soddisfacenti.
Il dottore sarà in grado di stabilire, durante la prima visita, una stima accurata del risultato ottenibile, spiegando tutti i dettagli dell’intervento.
L’intervento potrà essere effettuato sia in anestesia locale (con o senza sedazione) che in anestesia generale.
Nell’intervento di blefaroplastica superiore verrà valutato e disegnato l’eccesso cutaneo da asportare. Si andrà a rimuovere così l’eccesso di pelle e le eventuali borse adipose sottostanti attraverso un’incisione nascosta nella piega naturale della palpebra prolungata nella regione del canto esterno.
La cute verrà poi suturata con un filo di sutura molto sottile.
L’intervento verrà eseguito in clinica e in regime ambulatoriale o di Day Hospital e comporta un dolore davvero minimo e quindi sopportabilissimo.
Il paziente potrà essere dimesso il giorno stesso dell’intervento.
Ci sarà ovviamente la possibilità che si possano presentare echimosi che variano a seconda del paziente e possono essere di lieve o media intensità. La maggior parte di tali ecchimosi scompare fra il quinto ed il decimo giorno. Durante questo periodo le palpebre possono apparire un po’ gonfie e si può riscontrare una maggior lacrimazione.
Il lavoro e le attività sociali saranno limitate per 10-15 gg. circa dopo l’intervento. Per il make-up si dovranno attendere almeno 5 gg…
A volte ci sono parole che non dicono niente, ma sguardi che dicono tutto. Questo ci porta a pensare quanto sia indispensabile ottimizzare l’armonia del nostro sguardo, la sua intensità, la sua luce e la sua verità, al fine di poter trasmettere davvero il valore della nostra anima come quello del nostro spirito.
In questo tempo ormai così cullato dall’avanguardia di una medicina e chirurgia estetica così sorprendente e accurata, non dobbiamo avere timore di osare nella sua innovazione.
Il risultato sarà eccellente se potremo unire la competenza dei medici e la fiducia per loro, con la tenacia del nostro volere, ma sempre nel rispetto di noi stessi e della meraviglia di ciò che la nostra mente può estrapolare da tutto questo.
Il linguaggio dello sguardo è ormai divenuto un’essenza universale capace davvero di interpretare il meglio o il peggio di noi. Lottiamo per far emergere la parte più spettacolare di noi stessi sopprimendo per prima cosa la paura.
Solo così potremo sì, celare la verità uscita dalla nostra lingua, ma mai quella che emergerà dai nostri preziosi occhi.
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