Il seno, simbolo di femminilità e fertilità
Il seno è un protagonista assoluto, tramite importante di gioia, amore materno e virtù, simbolo nel contempo religioso e profano, metafora insieme di purezza e di peccato.
Da sempre grande fonte di ispirazione di artisti e di poeti, è stato celebrato dall’arte fin dai tempi più antichi. Fino agli inizi del XIV secolo non era considerato troppo scandaloso e i seni esposti erano accettati dalla censura, mentre gambe, caviglie o spalle scoperte di una donna venivano considerate audaci. Nei circoli aristocratici e di alta classe l’esposizione dei seni nei ritratti invocavano associazioni con la mitologica bellezza greca e un discreto sfoggio del seno veniva considerato persino carattere di eleganza, ricchezza e affermazione sociale.
Oltre ai dipinti di Renoir e al Beauty Revealed di Sarah Goodridge, sono molte le opere di pittori che esaltano il seno mantenendone incisa l’armoniosità e la sensualità, segno evidente che l’arte ha ben compreso ciò che la moda di oggi non sempre riesce a tenere in considerazione e cioè che le misure del seno devono essere in armonia con il resto del corpo femminile.
Al Louvre di Parigi esiste un dipinto, di un anonimo pittore del tardo Cinquecento, della scuola di Fontainebleau, che riproduce su tela una storia affascinante in cui il seno è al centro dell’attenzione, con entrambi i suoi significati, quello che simboleggia la femminilità e la sensualità e quello che rappresenta la fertilità. La consapevolezza della funzione e non solo l’immagine estetica del proprio seno consentirà ad una donna di ampliare la visione del proprio corpo in tutte le sue espressioni e le permetterà di scegliere se esibirlo o se celarlo, se rimpicciolirlo o se ingrandirlo.
Oggi i media hanno sdoganato immagini di donne con seni grandi, come se abbondanza fosse obbligatoriamente sinonimo di bellezza. L’aspetto e la bellezza del seno sono di profonda importanza per il senso di femminilità, di autostima e di fiducia in se stessa per la donna. Il seno, nell’immaginario femminile, è il vero perno attorno al quale ruota la propria immagine corporea: una donna si identifica spesso con il proprio seno, grande o piccolo che sia e questo è un aspetto fondamentale che non dovrebbe essere mai sottovalutato quando si decide di cercare una risoluzione chirurgica alla propria insoddisfazione.
Oggigiorno la Chirurgia Plastica ha affinato minuziosamente e con grande delicatezza questa branca, attivandosi a ricercare metodi capaci di soddisfare le esigenze di ogni donna nel rispetto assoluto degli aspetti psicologici legati all’intervento e alle motivazioni che ne hanno determinato la scelta.
La mastoplastica riduttiva ha come principale obiettivo quello di ottenere una mammella conica di volume sufficientemente ridotto e proporzionato alla corporatura della paziente con una minima estensione delle cicatrici, compatibilmente con la situazione di partenza. L’intervento consiste nella rimozione di parte della cute in eccesso e dei sottostanti tessuti della mammella, tramite un’incisione periareolare e verticale o a J. Non vi sono quindi cicatrici al di sopra dell’areola. Questa tecnica può essere adattata a mammelle di varie dimensioni e forme, determinando risultati soddisfacenti e stabili a lungo termine. Talvolta sono previsti drenaggi. I punti di sutura, qualora siano posizionati esterni, vengono rimossi dopo circa 7 giorni, ma spesso sono riassorbibili e quindi non necessitano di rimozione. Dopo l’intervento dovrà essere indossato un reggiseno di tipo contenitivo per circa 2 mesi e l’attività lavorativa potrà essere ripresa dopo otto giorni, mentre quella sportiva dopo un mese.
La mastoplastica additiva invece è indicata per chi ha il desiderio di aumentare il volume del proprio seno. Consente di modificare la forma e le dimensioni di un seno troppo piccolo o di correggere un’asimmetria mammaria migliorando l’armonia del corpo con un risultato dall’aspetto estremamente naturale. Le mammelle dovranno essere morbide al tatto e il risultato deve durare nel tempo. Per ottenere dei risultati sempre più naturali, le protesi vengono poste frequentemente sotto il muscolo, soprattutto nei casi in cui lo spessore poco consistente del tessuto mammario della paziente favorirebbe la visibilità e la percezione dell’impianto. Altre volte invece, quando lo spessore del sottocute risulta adeguato, possono essere collocate in sede sottoghiandolare. La via di accesso maggiormente utilizzata è quella attraverso il solco sottomammario. L’intervento viene eseguito in Day-Hospital o con una sola notte di degenza e preferibilmente in anestesia generale. Talvolta sono previsti drenaggi. La cute viene chiusa con punti sottocutanei riassorbibili. La paziente può riprendere le sue attività dopo circa 7 giorni senza sforzi mentre per l’attività fisica si dovrà attendere circa 1 mese. Non vengono applicate fastidiose fasciature dopo l’intervento, ma solo un reggiseno contenitivo.
Raffinatezza e stile sono assicurate dalla tecnica e dalle mani di un valido chirurgo, ma il seno è un organo di relazione e come tale deve essere assolutamente in completo equilibrio con la mente e col comportamento. Il chirurgo può aiutare a piacersi e il piacersi può aiutare a sentirsi meglio. La serenità che ci offre l’armonia del nostro corpo può regalarci sicurezza ed eleganza. Quando si parla di seno si parla spesso solo di taglie, ma solo l’armonia e l’equilibrio ne fanno la differenza.
Come scriveva Norman Mailer “C’è una differenza straordinaria tra un seno bello e un seno qualsiasi”.
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